Tutto ciò che devi sapere per realizzare un oleolito in casa: ti darò tutte le informazioni che ti serviranno per iniziare a trasformare le piante in macerati oleosi o oleoliti e ti spiegherò tutto nel dettaglio.
Ciao 🙂
sarebbe bello essere più autosufficienti e non dover acquistare alcuni ingredienti da aggiungere ai nostri cosmetici e divertirsi a realizzarli, semplicemente e comodamente a casa. Tutto ciò non è solo bello e creativo, ma è anche possibile e ci aiuta a risparmiare e ad avere dei prodotti di un certo livello qualitativo, anche perché la qualità la decidiamo noi. In questo post ti darò tutte le informazioni che ti serviranno per iniziare a trasformare le piante in macerati oleosi o oleoliti. Che cosa sono? Ti spiegherò tutto nel dettaglio.
Hai sentito mai parlare di questi prodotti? Sai che cosa sono?
L’oleolito o macerato oleoso è un estratto di erbe in olio. In poche parole le erbe vengono fatte macerare nell’olio per un certo periodo, l’olio estrae dalla pianta i principi attivi liposolubili, cioè che si sciolgono nell’olio e questi principi rimangono nel nostro oleolito.
Quello che mi affascina è che gli oleoliti sono preparati antichi, ricchi di storia e di secoli di esperienza e questa lunga tradizione è arrivata fino ad oggi e noi, in modo semplice, stiamo utilizzando questo bagaglio di informazioni.
Gli oleoliti vengono comunemente commercializzati in vari siti, ed in alcuni casi hanno un certo costo a seconda che siano più o meno pregiati.
La prima volta che ho capito che potevo realizzare da sola questi estratti è stato quando ho letto questi due libri di Lucilla Satanassi e Hubert Bösch, “Manuale di fiori ed erbe’ e ‘Petali e rugiada. 1° petalo. Le piante per la cosmesi’ ed ho partecipato agli incontri organizzati da questi professionisti che vantano una lunga esperienza nel campo delle preparazioni erboristiche.
Perché ho scelto di seguire questi testi.
I loro libri sono diventati il mio punto di riferimento perché sono chiari, semplici e spiegano tutto nel dettaglio. Mi hanno ispirato, mi hanno permesso di realizzare tante preparazioni e di conoscere meglio le piante e le loro proprietà.
Nel web ci sono molti siti e blog che spiegano come trasformare le piante, alcuni anche molto noti, però delle volte ho trovato informazioni discordanti o imprecise. Visto che spesso non vengono citate le fonti 😕 , non è facile a capire bene se le informazioni siano attendibili o meno, allora ho deciso di trattare questo argomento basandomi su questi due testi che ritengo validi ed attendibili.
Anche tu hai delle difficoltà a districarti in questa immensa giungla di informazioni? Scrivimi pure il tuo parere e che cosa ne pensi 😉
Mi sono dilungata un po’, ma ora arrivo subito subito al dunque ed inizio a parlare di oleoliti.
Che cosa serve per prepararli?
- Olio q.b. Un olio di ottima qualità e stabile, che non si altera facilmente.
- Piante fresche, o leggermente appassite oppure secche
- 1 barattolo di vetro con coperchio che chiuda ermeticamente.
- 1 manciata di sale grosso oppure alcol etilico (alcol buongusto)
- 1 pezzo di tela di cotone + 1 spago per legarla
Quale olio scegliere?
E' meglio utilizzare piante fresche o secche?
Il barattolo deve essere di vetro trasparente o scuro?
Per fortuna l’azienda Remedia è facilmente raggiungibile e quindi ho avuto l’opportunità di fare le domande proprio agli esperti. Loro mi hanno risposto che possono andare bene anche i contenitori di vetro trasparente. E’ vero che gli oli sono soggetti ad ossidazione e debbono essere tenuti lontano da fonti di luce e calore, ma nel nostro caso, il periodo di esposizione al sole ed al calore, è talmente limitato nel tempo, che non comporta alterazioni del prodotto.
Sono tre anni che realizzo oleoliti e posso confermare tutto questo, perché sono rimasti perfetti nel tempo sia nel colore che nell’odore. Quindi puoi andare sul sicuro 😉
Perchè aggiungere il sale o l'alcol etilico?
Come si prepara un oleolito?
Ti mostro come fare un oleolito di aloe, calendula e camomilla, in questo tutorial passo a passo, vedrai che sarà molto più semplice di quello che pensi 😉
Inizia a versare l’olio lentamente e poi aspetta che vada a riempire bene tutti gli spazi tra le piante per evitare che restino intrappolate bolle d’aria. Devi ricoprire totalmente le piante con l’olio. Non è facile, perché le piante tendono a galleggiare sulla superficie, l’unico sistema, suggerito sempre dagli esperti di Remedia, è utilizzare un peso, ad esempio un sasso (io ho provato con un coperchio) per mantenere le piante sotto la superficie dell’olio.
Per i primi 15 giorni devi chiudere il contenitore con un pezzo di stoffa di cotone ben legato. Spinta dalla curiosità ho chiesto agli esperti il perché di questa pratica e loro mi hanno dato questa risposta: le piante contengono una certa quantità di acqua, quindi per favorirne l’evaporazione, non si può chiudere subito ermeticamente il contenitore, ma bisogna lasciarlo coperto per un certo periodo. Questa copertura provvisoria serve per evitare che entrino nell’olio corpi estranei di tutti i tipi. Passati questi primi 15 giorni, si può chiudere ermeticamente il contenitore e mantenerlo chiuso fino alla fine del periodo di macerazione. Nel video su come fare l’oleolito di calendula, che ho citato prima, loro suggeriscono di chiudere il barattolo con un pezzo di stoffa per soli 5-6 giorni. A questo punto mi è venuto un dubbio: 5-6 o 15 giorni? 😕 Io mi sono trovata bene lasciando il barattolo chiuso con la stoffa per 15 giorni, adesso proverò a chiuderlo solo per 6 giorni e poi vedremo…Ho capito che l’unico modo per capire veramente come si fanno le cose è sempre provare e sperimentare.
La macerazione deve durare almeno 40 giorni di sole effettivo, nel caso della macerazione al sole (il metodo del sole). Quindi l’estate è il periodo perfetto per fare gli oleoliti, c’è tanto sole ed è il periodo giusto per raccogliere la maggior parte delle piante.
I metodo del sole non è l’unico che viene utilizzato, esistono anche altri due metodi.
Metodo del calore: la macerazione deve avvenire in un luogo caldo. Si può coprire il barattolo con della carta stagnola, esporlo al sole, per sfruttare così il calore solare ed allo stesso tempo schermare totalmente l’olio.
Trascorsi 40 giorni, devi torchiare e filtrare l’olio per separarlo dalle piante. Filtra l’olio attraverso un semplice colino ed utilizza uno schiacciapatate come ‘torchio’ per ‘spremere’ l’olio che ha impregnato le piante. Lascia depositare eventuali residui ed aspetta 1 o 2 giorni prima di imbottigliare il prodotto in bottiglie di vetro scuro. I residui o l’eventuale acqua presente dentro l’olio deve essere scartata e buttata via, perché potrebbe compromettere la conservazione dell’oleolito stesso.
Una volta che hai imbottigliato il prodotto devi tenerlo al buio e lontano da fonti di calore e vedrai che si conserverà benissimo per 18-24 mesi.
Alla fine ho realizzato parecchi oleoliti, tutti quelli che potevo realizzare li ho realizzati e debbo dire che mi sono divertita molto, ci sono oleoliti che ho utilizzato spesso ed altri che ho utilizzato pochissimo ed adesso posso dire che ho tutta una mia lista di oleoliti preferiti. Per permetterti di realizzare alcune mie ricette, ti suggerirò quali oleoliti ti serviranno, come prepararli al meglio, le loro proprietà e troverai tutti in questo post:
Spignatto a 360°. Come fare gli ingredienti in casa: oleolito 2° parte
Spero che questo post ricco di informazioni ti sia piaciuto e di possa essere utile. Ho raccolto tutto ciò che ho appreso leggendo diversi testi, ma soprattutto provando, sbagliando e sperimentando.
Ti suggerisco di guardarti attorno, perché ci sono tante piante spontanee che puoi raccogliere facilmente ed utilizzare ed otterrai un ottimo oleolito da aggiungere ai tuoi cosmetici fatti in casa.
Ciao, a presto! Buon spignatto! 😀 Ti è piaciuto questo post e questa ‘idea creativa’? Allora non dimenticarti di condividerla e mettere un ‘mi piace’e di contribuire a diffonderla. Grazie mille! 😀
FONTI: Lucilla Satanassi, Hubert Bösch, “Manuale di fiori ed erbe”e “Petali e rugiada. 1° petalo. Le piante per la cosmesi”, Humus Edizioni, Sarsina.
Franco Bettiol, Franco Francesco Vincieri, “Manuale delle preparazioni erboristiche. Fitoterapici, fitocosmetici, prodotti erboristici, integratori alimentari a base di piante”, Tecniche Nuove, Milano, 2012